Siamo tornati in Maremma a raccogliere marroni.
Per diversi giorni il nostro lavoro consisteva nell'andare insieme a raccogliere castagne e marroni in alcuni terreni vicini, tornare a "casa" e selezionarli, dividendo quelli più grossi, destinati a diventare caldarroste, da quelli più piccoli per fare la farina di castagne e da quelli con il verme... perchè ogni tanto qualcuno ce n'era!
Abbiamo capito un po' meglio la distinzione fra marroni e castagne, anche se - pare - ci siano diverse teorie. Noi abbiamo capito che i marroni oltre ad essere grandi, hanno il fondo più piatto e un colore marrone chiaro con striature più scure, mentre le castagne hanno una forma più a goccia e sono marroni scure. Esistono comunque marroni piccoli e castagne grosse. E comunque ogni zona d'Italia ha i suoi marroni e le sue castagne, per esempio il marrone dell'Amiata pare sia molto grosso, tanto che ce n'è uno per riccio, mentre quelli che abbiamo raccolto noi erano anche tre per riccio.
Siccità e cinipide hanno drasticamente ridotto il raccolto, ma i nostri bei sacchi di juta li abbiamo comunque riempiti. La sera tra una chiacchiera e l'altra finivamo sempre una o due padelle di caldarroste fumanti, fresche fresche e buonissime!
Oltre ai marroni, ci siamo dedicati molto a parlare con i nostri ospitanti e con le altre persone che venivano in visita e che si fermavano qualche giorno, viaggiatori in camper decennali, gente che ha viaggiato in 35 paesi del mondo, vicini di casa o di zona, suonatori di fisarmoniche e organetti, cantanti "di strada"... ogni sera c'era musica dal vivo e Greta ballava come una matta sulle note di Yann Tiersen...
Un pomeriggio abbiamo anche fatto i saponi naturali, che per Valeria ha significato superare finalmente la paura della soda caustica, che ogni volta che leggeva le ricette dei saponi la bloccava nel tentare di farli, terrorizzata all'idea di sbagliare le quantità e combinare un macello... mentre è tutto molto più semplice di quanto sembri.
Nicola si è dedicato alla costruzione di un trespolo per tagliare la legna, con un sistema di "bloccaggio" del ramo da tagliare... che presto brevetterà perchè pare sia geniale, semplice e funzionale (purtroppo non abbiamo la foto).
E poi... passeggiate nel bosco alla scoperta di tesori nascosti...
...e pane, torte, biscotti, da cuocere nel forno a legna e impastare... con tutti noi stessi!...
Greta è stata molto bene, nonostante fosse l'unica bambina, anzi forse proprio per quello... coccolata da tutti, c'era sempre qualcuno che aveva voglia di giocare con lei o di prenderla in braccio o di coinvolgerla in qualche attività. Chissà se si ricorderà di tutto questo quando sarà grande?
Trascorrere i giorni dei morti nella natura è stato potente. E come si faceva un tempo, senza esserne pienamente coscienti, abbiamo parlato molto dei nostri antenati e di spiriti, ci siamo raccontati storie un po' paurose, abbiamo raccolto ghiande per gioco, abbiamo apparecchiato per una persona in più, - per errore?- , e poi ci siamo detti che era per gli spiriti dei morti. Ed ora andiamo a leggere qui cosa dice sulle feste antiche che si celebravano in questo periodo, in particolare per Samhain, e scopriamo che si regalavano ghiande agli amici in segno di buona fortuna, che venivano raccontate storie spaventose per tutta la notte fino al canto del gallo, che si invitavano gli amici invisibili a condividere con noi il cibo e che si trattava di un tempo in cui il velo fra i mondi si assottiglia e la comunicazione fra noi e le anime erranti dei morti si faceva più facile, dunque è uno dei momenti in cui onorare gli antenati morti... chissà, evidentemente la nostra memoria collettiva è più viva di quanto pensiamo e le antiche tradizioni sono sepolte da anni e anni di religione e materialismo, ma qualcosa in noi le tiene ancora vive...
Da qualche giorno, a malincuore, abbiamo lasciato la Toscana e ci siamo diretti di nuovo verso nord per un po' di lavoro retribuito, in attesa di decidere la prossima meta.
Semplicemente stupendi. Grazie!
RispondiEliminaBel racconto e complimenti, si legge con piacere ciò che scrivi.
RispondiEliminaun abbraccio
alberto
Leggervi in questo momento è una bomba che sta deflagrando il cuore.
RispondiEliminaStavo cercando foto su come realizzare un piccolo orto sul terrazzo esposto a sud est con materiali preferibilmente di riciclo e scarto nel ns. piccolo appartamento di 45 mq. in città e sono finito nel vs. blog Ridiventare bambini.
Mi è piaciuta tantissimo la vs. frase e il senso del viaggio del poeta scrittore russo, non ricordo il nome, e di Chatwin. Così ho continuato a girare sul blog e devo dire che lo trovo molto in sintonia con il ns, io e della mia compagna, stato d'animo. Mi ritrovo nella descrizione della Via dei canti perchè anch'io, ho 40 anni lei 45 impiegata , provengo da quella cultura ed esperienze. Viviamo a Roma Nord, abbiamo già fatto i woofer, visitato ecovillaggi, comunità intenzionali, mangiamo sano, acqusitimao amm terranuova, ecc. per brevi periodi ( da alcuni gg. a 7/ 10 gg. al massimo) sognamo di vivere in un ecovillaggio, cohousing rurale tipo pregadonz a treviso o urbano laddove la cittadina sia a misura d'uomo ed amica di bici e pedoni.
Le exp fatte tuttavia ci sembrano troppo brevi e ogni tanto, l'abbiamo detto , ma è rimasto buttato lì di prenderci un due tre mesi anche un anno filato di aspettativa dal lavoro. Ferie no perchè al lavoro non ci concederebebro un periodo così lungo ( io si lavorando nel pubblico, la mia compagna no lavora nel privato) e partire in giro per l'italia/europa con il camper così come ha fatto recentemente Daniel Tarozzi da cui è uscito il libro. Io faccio così edito Chaire Letetre.
x curisità ? quanto tempo sieti stati fuori ? quanto avete speso in gasolio ? era attrezzato on la cucina ?
Lorenzo Bartolucci cerveteri.lorenzo@gmail.com 334 3174532