lunedì 10 dicembre 2012

Epilogo maremmano

Eccoci qua, come promesso, a raccontarci un po'.

Come dicevamo, siamo a Bergamo, in pausa di riflessione - quanto lunga non si sa-, dopo che l'esperienza nell'ecovillaggio in Maremma è finita. Vorrei raccontarla nel dettaglio, dal nostro punto di vista, cercando di evidenziare anche ciò che da questa esperienza "ci portiamo a casa".

Dunque, siamo nel 2011. Il nostro gruppo, durante il percorso di conoscenza reciproca e di pianificazione trascorre due momenti molto significativi, un corso di comunicazione e una vacanza di 10 giorni, nel luogo in cui ci siamo poi trasferiti, che da ora in poi chiamerò C.
Questo luogo ha una casa rustica molto grande e 12 ettari di terreno, soprattutto boschivo, ma sono rimaste solo due persone del gruppo che per qualche anno aveva vissuto lì. Queste due persone, avendoci conosciuti in quelle due occasioni ci dicono "beh, voi siete un gruppo senza posto, noi siamo un posto senza gruppo, perché non provate a venire qui?". Noi valutiamo la possibilità e poiché abbiamo davvero molto bisogno di lavorare sulla visione e sugli accordi di base, ma vediamo che il tempo dei nostri incontri mensili non è sufficiente, decidiamo che può essere una buona possibilità. Quindi nell'inverno 2011 decidiamo che in primavera una parte del gruppo, chi può e chi se la sente, i cosiddetti pionieri, si trasferirà a C. per fare un anno di prova, durante il quale conoscersi meglio, scrivere la nostra visione e cominciare a definire i nostri accordi di base, come suggerito anche dal libro di Diana Leaf Christian "Creare una vita insieme".
Nel frattempo, mentre ancora stiamo decidendo se andare o no a C., una coppia chiede ai due abitanti di potersi fermare lì, e avendo saputo che sta per arrivare un gruppo che ha già un percorso alle spalle, decidono che la cosa li incuriosisce e vogliono provare a vedere se può "fare per loro".
Per cercare di amalgamarci un po' con i due abitanti di C. e con i due nuovi arrivati, li invitiamo agli ultimi due nostri incontri, durante i quali continuiamo la nostra formazione in Comunicazione Empatica insieme a loro e cominciamo già a progettare come insediarci a C. Il luogo infatti, a detta anche dei due abitanti, non è adatto ad ospitarci comodamente da subito, ma necessita di una riorganizzazione delle stanze, una cucina più grande e un bagno, soprattutto in vista dell'inverno, durante il quale si sta molto più in casa e al momento c'è solamente un'unica stanza col camino dove trascorrere del tempo, decisamente troppo poco per venti persone! Quindi si decide insieme che da aprile ci dedicheremo a questi lavori per permetterci di trascorrere l'inverno lì.
 Inoltre il progetto di insediamento temporaneo prevede l'installazione di sei yurte su pedana di legno, in modo da garantire anche uno spazio privato per ogni famiglia/nucleo/singol.
E così è andata. Più o meno. Già dalla primavera Nicola ed io ci siamo trasferiti lì (vd. E il sogno si avvera) e piano piano tutti componenti del gruppo hanno lasciato le proprie case per cominciare a vivere insieme e lavorare alle strutture necessarie alla vita invernale.
Vivendo insieme abbiamo dovuto confrontarci su diversi argomenti: gestione degli animali, modalità di fare i lavori, vita con i bambini, soldi, cibo, modalità di dirsi le cose, metodi per prendere le decisioni… Dal nostro punto di vista molti di questi argomenti sono stati affrontati con la Comunicazione Empatica e diverse volte si è arrivati ad una maggiore comprensione reciproca. Ma forse per alcuni non è andata così, qualcuno ha "mandato giù" delle cose con l'intento di "venirci incontro", ha accettato cose che in realtà non voleva e non gli piacevano e dall'altra parte, non siamo stati in grado di cogliere in tempo questo disagio prima che divenisse rabbia, frustrazione, tristezza.
All'inizio dell'estate la coppia che si era trasferita lì poco prima di noi si è lasciata, lei è partita e lui è rimasto a C.
Durante l'estate anche la coppia che viveva lì da diversi anni si è lasciata. Lei è partita e lui è rimasto a C.
I conflitti tra alcuni del nostro gruppo e questi due uomini si sono inaspriti, tutto il disagio che i due uomini avevano covato per diversi mesi è esploso, a volte in maniera davvero "esplosiva" (!!), e siamo arrivati ad un punto in cui ci si chiedeva "perché siamo qui?" "dove stiamo andando?" e non tutti rispondevamo all'unisono. Era emerso chiaramente che abbiamo visioni profondamente differenti sulla Vita, sulle relazioni, sulla gestione dei conflitti, sull'ecovillaggio dei nostri sogni.
La gestione di queste differenze è stata resa più complicata dal fatto che le persone che non hanno partecipato all'intero percorso di conoscenza del nostro gruppo hanno cominciato a pensare che la Comunicazione Empatica non fosse un metodo efficace, anzi che venisse usato per raggirare le persone e quindi ci siamo ritrovati un po' spiazzati, perché uno dei motivi per cui avevamo scelto di vivere insieme era proprio quello di approfondire la conoscenza della Comunicazione Empatica.

Durante l'estate c'è stato anche un problema non di poco conto legato all'acqua. A causa della siccità che attanagliava tutta la regione, si è deciso di provare ad aprire la fonte per cercare di disperdere meno acqua nel terreno e convogliarne di più nelle cisterne. La fonte non è stata richiusa, l'acqua comunque non è aumentata, e probabilmente un animale affetto da un parassita intestinale ha rilasciato le sue feci nella fonte, inquinando tutte le cisterne (ipotesi B: il parassita è entrato nelle falde!).


Ed eccoci alla storia di queste settimane. I lavori per passare lì l'inverno non erano ancora terminati, ma i due uomini ci hanno detto che non si poteva andare avanti a lavorare con tutti questi conflitti in atto. A inizio novembre tutti erano andati via, chi per questioni familiari, chi per lavoro e ci siamo ritrovati lì Nicola ed io, e l'altra famiglia di nostri amici con cui abbiamo iniziato questa avventura già da molti anni a Bergamo.  La situazione disagevole, con la cucina praticamente finita, ma non riscaldata, il bagno non ancora pronto, la yurta di questa famiglia di amici con il pavimento non isolato, le altre yurte in ritardo e in consegna a gennaio, l'acqua non potabile, l'inverno alle porte e non poter fare niente perché i conflitti in atto non si potevano nemmeno prendere in mano a causa dell'assenza delle persone ci hanno portati alla decisione di andarcene. Abbiamo comunicato la nostra partenza con questa lettera:

Eccoci qui, con il cuore in mano, a comunicare la nostra partenza.

Abbiamo passato dieci giorni a C. tra alti e bassi, per decidere cosa fare ed ora abbiamo la chiarezza necessaria per prendere una decisione serena.

Partiamo, lasciamo C. giovedì 15. Per diversi motivi.

Il primo e principale è che abbiamo capito che per N. ed A. la nostra presenza è molto faticosa e provoca loro sofferenza e tristezza. Le nostre differenze di visione e di strategia rispetto a tante cose paiono inconciliabili o conciliabili con lunghissimi confronti e discussioni, che toglierebbero energia a tutti. E poichè percepiamo N. come il "padrone di casa", lasciamo questo luogo che ha una lunga storia prima della nostra venuta.

Il secondo motivo è legato ai disagi che abbiamo a stare qui. Ci piacerebbe aspettarvi tutti per poterci parlare almeno un'ultima volta guardandoci negli occhi, ma la vita qui, senza alcuni lavori ultimati è difficile e farli potrebbe provocare ulteriori sofferenze in N. e A. Avere a disposizione un'unica stanza della casa riscaldata in cui stare durante il giorno, anche con le bimbe, è molto impegnativo.
E poi il parassita che è tuttora presente nell'acqua e pare che Nicola l'abbia ripreso per la seconda volta. Abbiamo bisogno di sicurezza per la nostra famiglia, di salute fisica e mentale.

Poi c'è anche la sofferenza di vedere come eravamo vicini al poter passare agevolmente un inverno qui per poter lavorare su visione e accordi di base, vedere la cucina quasi ultimata e non poterla usare, un bisogno di avventura non soddisfatto.

Partiamo il 15, cercando di caricare più cose possibili sul camper. Torneremo dopo il 20 per prendere le cose rimaste.

Andiamo a Bergamo, che per noi è una soluzione molto scomoda, di ripiego, ma forti di tutto quello che abbiamo imparato in quest'anno e con rinnovato entusiasmo per continuare a sognare - con i piedi per terra. Ci conforta la vicinanza con D. e M., con cui cercheremo di vederci il più possibile perchè il passaggio da C. a BG non sia troppo traumatico. Non ci sentiamo soli.

Abbiamo imparato tante cose che vorremmo condividere con tutti voi, e speriamo di riuscire ad organizzare al più presto un incontro per celebrare tutto ciò che abbiamo sperimentato in questi mesi.
Ci piacerebbe trovare una riconciliazione con A. e N., per lasciarci in amicizia, con la consapevolezza reciproca che nessuno vuole il male di nessuno, ma che semplicemente abbiamo strategie diverse per soddisfare gli stessi meravigliosi bisogni e che siamo arrivati a questo livello di incomprensione per evidenti problemi comunicativi da entrambe le parti.

Non siamo arrabbiati, non siamo rancorosi. Un po' tristi per una tappa del percorso che si chiude, di dover lasciare la bellezza di questo luogo, il selvatico, i caprioli, i funghi, gli alberi, la Grande Quercia, i luoghi dove Greta ha potuto passare una fine d'inverno, una primavera, un'estate e un autunno bellissimi di gioco nella natura che speriamo le rimanga nella memoria per sempre; lasciare il posto dove pensavamo di mettere la yurta che ci ha fatto tanto sognare e immaginare concretamente una vita diversa; lasciare la scuola che cominciava a piacerci, con quella sua dimensione familiare; lasciare i meravigliosi cieli stellati, i voli del falco, i fuochi serali.

E ce ne andiamo con gli occhi lucidi, certi di aver vissuto una tappa fondamentale del nostro ridiventare grandi. Eccoci qui, un nuovo passaggio, un nuovo inizio.

A presto.
Valeria Nicola Greta


Ecco. Stiamo preparando un prossimo post con un riassunto delle cose che abbiamo imparato da questa esperienza… a prestissimo.

1 commento:

  1. Mi fate riflettere su come è complessa ogni situazione di vita...
    su come a volte è necessario arrivare a compromessi e non è facile...
    Spero di incontrarvi presto da queste parti a BG. =)
    ciao

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