domenica 26 maggio 2013

Ri-adattamento bergamasco e parto in casa

Ci siamo installati nel nostro nuovo appartamento, siamo ancora sommersi dagli scatoloni perchè ovviamente non si è trattato di un vero e proprio trasloco, non abbiamo parecchi mobili e piano piano speriamo che Nicola riesca a trasformare quello che avrebbe dovuto essere il pavimento della yurta in scaffali e altro. Purtroppo in questo momento i lavori di casa sono fermi perchè il rientro a Bergamo ha significato bisogno di liquidità, ergo, come tutti i comuni mortali, lavoro retribuito... perciò ecco il papà che sparisce spesso per partire per il lavoro! E noi qui, con questa pioggia, a cercare di vivere al meglio queste giornate. Per fortuna sto scoprendo un sacco di blog interessanti, uno in particolare mi sta salvando in svariate situazioni di noia con Greta, è Quando fuori piove, grazie!!! Come mi piacerebbe riuscire a scrivere un blog così divertente e utile! Ogni tanto soffro di senso di inferiorità rispetto a questi blog super visitati, bellissimi, divertenti e mi blocco, per settimane non apro nemmeno più ridiventaregrandi per non vedere come langue e come non ho idee per riempirlo. Poi in altri momenti mi vengono due milioni di idee, così tante che non so da quale partire e così il blog continua a languire...circolo vizioso!!

La principale fonte di gioia di questo periodo, cosa che ancora nel blog non ho scritto, è che...aspettiamo un bambino!! Ormai in realtà siamo già al sesto mese e dovrebbe nascere agli inizi di settembre. Quando appoggio le mani sul ventre mi sembra che tutte le preoccupazioni, i sensi di inferiorità, le difficoltà spariscano e il mondo sia nelle mie mani. Tornare a Bergamo sta significando un riadattamento ad una vita che, forse, avevamo un po' dimenticato. E' stato bellissimo stare in giro, ma non siamo riusciti a dargli una sostenibilità economica e il rientro sta significando, in modo tipicamente bergamasco: lavoro, lavoro, lavoro. Come salvarsi? Non lo so. Forse continuando a sognare, a realizzare piccoli sogni quotidiani. E vivere la decrescita a pezzettini, con la pazienza della lumaca, senza pretendere di rivoluzionare la propria vita in un momento.

In tutto questo mi devo anche preparare al parto. Vorrei tanto partorire in casa, con l'assistenza ostetrica, ma costa tantissimo, e in questo momento il mio contributo familiare è tutto interno, non sono una cosiddetta "fonte di reddito". A volte il senso di impotenza mi assale. Spesso mi chiedo se abbiamo fatto la scelta giusta. E allora mi è venuta un'idea: perchè non proporre un "microcredito familiare"? sperimentare come l'unione fa la forza, anche economica, e provare a chiedere ad altre famiglie, sicuramente in difficoltà come noi, di darci una piccola mano? con l'idea, ovviamente, del "a buon rendere", cioè che quando qualcun altro avrà un sogno da realizzare e lo vorrà condividere gli daremo una mano noi, ben volentieri, per quel che riusciamo!! Ed ecco che allora è partita la raccolta fondi per il parto in casa. Così, è un esperimento, come tanti altri fatti nella nostra vita. Magari sarà un flop colossale. Magari un successo. Lo scopriremo solo vivendo. 
Questo è il link.
Mi espongo al giudizio altrui, cosa per me spesso difficilissima; al rischio di essere tacciata di "scrocconeria", "arroganza", "facciaculismo"... Mi piacerebbe in questa sede sapere cosa ne pensate.